Incontri, scontri, transizioni: oltre il luogo comune dell'"invasione"
Nel passaggio tra romanità e alto medioevo, alla scoperta di uno degli aspetti meno conosciuti e più affascinanti della storia antica.
Uno stereotipo radicato impone l'associazione tra la denominazione di barbaro e le credenze pagane. Un quadro molto più mosso e articolato è quello che ci propone invece il saggio di Giovanni Alberto Cecconi, storico della tarda antichità e dei regni romano-barbarici. Le popolazioni di origine germanica e asiatica, a dispetto della rapida conversione al cristianesimo, non abbandonarono di colpo i culti degli avi, e anche all'interno dei confini dell'Oriente bizantino e dell'Occidente europeo i sostenitori del pantheon tradizionale non scomparvero da un momento all'altro, in un persistere tenace e sotterraneo delle antiche credenze. Un paganesimo "silenzioso" che di rado sfida apertamente le strutture di potere di un impero dove il cristianesimo si sta avviando a una condizione di incontrastato dominio.
Giovanni Alberto Cecconi
Professore di Storia romana all'Università di Firenze e docente di Epigrafia latina presso la Scuola di Specializzazione in Archeologia dello stesso ateneo, si occupa principalmente della storia amministrativa, religiosa e sociale della tarda antichità, con particolare attenzione all'Italia, all'Occidente latino e ai regni romano-barbarici.