Esattezza storica e respiro epico: il grande ritorno dell’archeologo-scrittore



Giovani e innamorati, Germanico e Agrippina sono destinati a governare Roma. Ma il fato scriverà per loro una storia diversa...

Siamo nel 14 d.C. e la morte dell’imperatore Augusto crea inquietudine fra i soldati schierati sul fronte germanico. Che ne sarebbe stato dell’Impero? Si apre con questo interrogativo l’ultimo romanzo dell’archeologo scrittore che ci ha fatto appassionare alla Storia. Prima di questo, però, bisogna fare un piccolo passo indietro e seguire due giovani dell’aristocrazia, Germanico e Agrippina. Lui è un valoroso comandante e l’uomo che tutti indicano come il successore di Augusto, lei è la nipote dell’imperatore e dopo essersi innamorati, non si separeranno più. Ma con la morte di Augusto tutto cambia. Nel testamento, l’imperatore ha designato come successore il figliastro Tiberio, figlio di primo letto di sua moglie Livia, nemica di Agrippina. Per i due si mette male. Amati dalla gente e dai soldati, ma temuti dal potere, i due giovani dovranno accettare una sorte avversa... Il ritratto luminoso di due figure epiche rivive nella prosa di Valerio Massimo Manfredi, storico rigoroso e grande romanziere.

Valerio Massimo Manfredi
Archeologo specializzato in topografia antica, ha insegnato in prestigiosi atenei in Italia e all’estero e condotto spedizioni e scavi in vari siti del Mediterraneo. Autore di saggi e di romanzi di grande successo, ha scritto, tra gli altri: L’armata perduta (Premio Bancarella), Le idi di marzo, Teutoburgo, Quinto comandamento e Antica madre.